LA CASA DEL SOCIAL JOURNALISM

Zelensky in Italia e l’elogio della macabra follia

Luigi Vietri

Il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, è atterrato ieri a Roma alle 10:10 circa per far visita al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, al Primo Ministro Giorgia Meloni e a Papa Francesco (quest’ultimo incontro avvenuto nel pomeriggio).

The Show Must Go On

Zelensky si è presentato col solito abbigliamento verde kaki in cui siamo ormai abituati a vederlo: maglia con cerniera che fa intravedere una t-shirt e pantaloni larghi, da vero combattente del popolo. Forse qualcuno dovrebbe spiegargli che quel modo di vestire e quel colore non si mimetizzano molto bene in mezzo a tanti completi scuri; magari un abbigliamento mimetico da strada potrebbe risultare più appropriato. Ad ogni modo, Zelensky è tra amici.

Dopo l’accoglienza in aeroporto da parte del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, il Presidente ucraino si è recato all’incontro con Mattarella. Ha anche avuto modo di cambiarsi nel frattempo, apparendo davanti alla nostra massima carica dello Stato in felpa color blu scuro (stessi pantaloni, nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo).

«ONORI AL PRESIDENTE DELL’UCRÀINA», grida l’ufficiale in comando, prima dell’esecuzione dell’inno della nazione del Presidente in visita. Volendo essere precisi, “Ucràina” (con l’accento sulla prima “a”) è la pronuncia russa; sarebbe stata più “fine” la pronuncia ucraìna (con l’accento sulla “i”) ma questi sono dettagli. Per il resto, lo show è proseguito per il meglio.

Il vero pericolo di questo macabro teatrino

La tragedia è che questo spettacolo viene giorno per giorno costruito e acclamato sulla pelle di un popolo stremato ormai da nove anni, di cui la guerra contro la Russia sta amplificando le pene e a cui, temiamo, non sembra ancora essere stato inflitto il colpo di grazia: un colpo mortale che arriverebbe con l’annessione dell’Ucraina alla NATO su cui si continua a spingere. L’entrata nel Patto Atlantico da parte di una nazione in guerra costituirebbe un serio pericolo che ci trascinerebbe in un conflitto su larga scala poiché, come scritto nell’Articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, un attacco armato contro una nazione della NATO sarebbe considerato un’offensiva contro tutte le nazioni facenti parte dell’alleanza. Questo, dunque, giustificherebbe ciò che è nei piani del Deep State ormai da tempo: una guerra aperta contro il nemico russo, una nazione provocata abbastanza da spingerla ad attaccare un altro paese. A quel punto, l’obiettivo sarebbe raggiunto.

L’Elogio della Macabra Follia

Parafrasando in negativo il titolo della famosa opera di Erasmo da Rotterdam, non possiamo non ricordare le parole del compianto Giulietto Chiesa: «La Terza Guerra Mondiale partirà dall’Ucraina». Lo stesso Giulietto, a chiunque si stupisse delle sue previsioni e gli sottolineasse che per attuare un piano del genere bisognerebbe essere del tutto fuori di testa, rispondeva semplicemente: «Sì, questi sono pazzi». È ormai sotto gli occhi di tutti la manovra perversa che ci porta giorno per giorno ad aumentare tensioni, odio, razzismo e disprezzo, facilitando strategie guerrafondaie e distruttive di un gruppo senza scrupoli che regge le fila, spalleggiati da marionette che hanno dimenticato che governare un paese significa prima di tutto governarlo, e per farlo c’è bisogno di raggiungere benessere e felicità, due cose che contemplano un solo presupposto: la Pace. Il vero problema, è che c’è chi ancora fa di tutto per non capire.

La prima strofa del bellissimo Inno Nazionale Ucraino canta così:

Non è ancora morta la gloria dell’Ucraina, né la sua libertà,
a noi, giovani fratelli, il destino sorriderà ancora.
I nostri nemici scompariranno, come rugiada al sole,
e anche noi, fratelli, regneremo nel nostro Paese libero.

A tutti i popoli, l’augurio di raggiungere quella consapevolezza che permetta di liberarsi pacificamente dei propri nemici, interni ed esterni.


Fonte immagine articolo: LaPresse

Condividi:

Luigi Vietri

Luigi Vietri

Fin da giovane ho sempre coltivato la passione per la musica, esibendomi in duo, trio e band in tantissime occasioni e pubblicando due album.
Dal 2020 ho deciso di mettere la mia creatività e la mia passione al servizio di Comunità Etica e di una causa in cui ho sempre creduto profondamente: la difesa della libertà dell'individuo.
Con la realizzazione di siti internet e contenuti multimediali come editing e montaggio video, ho contribuito alla creazione di strumenti e materiali di comunicazione per promuovere la missione della Community.
Sono Presidente Nazionale di Comunità Etica APS dal gennaio 2023, nonché Responsabile della rete Esperti patrimoniali di Tutela Legale Etica.

Sottoscrivi
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedback
Vedi tutti i commenti

Articoli correlati

La Casa del Social Journalism

Contatti

Ci trovi qui:

Scrivi o invia un comunicato stampa alla redazione

Iscriviti alla nostra Newsletter

Resta aggiornato ogni settimana sui nostri ultimi articoli e sulle notizie dal nostro circuito.