
Schwab, Attali e il Grande Reset: profezie o distopie?
“Non possederai nulla e sarai felice”. Non è un’aspirazione francescana, tantomeno un invito evangelico a liberarsi dei beni materiali per conquistare la libertà dello spirito. Al contrario: è il cinico vaticinio di un ingegnere tedesco, Klaus Schwab, ideatore del World economic forum, l’oracolo globalista che ha sede a Davos, una ridente cittadina nelle Alpi svizzere un tempo famosa per ospitare nosocomi di un certo livello. Qui le élites politico-mediatico-finanziarie del pianeta elaborano (o meglio: annunciano) l’agenda a cui gli Stati devono ispirarsi per plasmare il futuro dell’umanità. Insomma, per realizzare il Grande Reset, che da queste parti chiamano “riorganizzazione”. A Davos la discussione (eufemismo) è sulle terapie geniche, sull’alimentazione alternativa (insetti e carne sintetica per intenderci), sulla perdita della proprietà