L’autunno, con i suoi colori brillanti, è il completamento di tutte le stagioni e porta con sé un messaggio profondo sulla mortalità umana. Osserviamo le foglie rosse e giallo-oro cadere dagli alberi, gli alberi sempre più spogli, e diventiamo meglio consapevoli dei paralleli tra la natura e il trascorrere dei nostri anni.
Il ritmo della vita per la natura e per l’uomo
La quiete dell’autunno e la trasformazione graduale dall’estate sfuggono spesso all’osservazione quotidiana, ma ci ricordano che anche noi dobbiamo sottometterci al ritmo naturale degli anni. Seneca, l’antico filosofo romano, ci invita ad abbracciare la maturità e ad amarla perché «gli anni del nostro naturale declino sono fra i più dolci della vita di un uomo; … anche quando sono arrivati al limite estremo, essi hanno ancora il loro piacere». Questo invito a contemplare la maturità come una fase della vita piena di soddisfazioni può essere applicato non solo alle stagioni, ma anche all’intero arco della nostra esistenza.
Un suggerimento prezioso è quello di “pensare da più vecchi quando siamo giovani, così da poter agire da giovani quando invecchiamo”. Questo atteggiamento può guidarci lungo il cammino della vita, consentendoci di godere appieno di ogni fase. Molte persone che raggiungono gli ottanta o i novanta anni in buona salute seguono questa formula di base. Analogamente alla stagione dell’autunno, gli anni più avanzati possono essere i più belli e interessanti, i più eccitanti e remunerativi.
La legge della semina per la natura e per l’uomo
Un celebre gerontologo ha affermato che «coloro che muoiono con mille sogni ancora da realizzare sono probabilmente le persone più felici durante i loro ultimi anni, a condizione che abbiano già realizzato un buon numero di sogni nel corso della loro vita». Questo ci insegna che ogni passo che compiamo, ogni relazione che coltiviamo e ogni sogno che perseguiamo possono contribuire a creare un raccolto abbondante nei nostri anni d’oro (vedi Il Meglio della Vita).
Il richiamo biblico di Paolo, “Quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà”, risuona profondamente in autunno. Ciò che piantiamo nel corso della nostra vita, sia esso amore, amicizia, saggezza o fede, lo raccoglieremo nei nostri anni di vecchiaia. Se abbiamo seminato abitudini di buona salute, raccoglieremo benessere e una vita lunga. Se abbiamo coltivato legami familiari forti, la gioia ci accompagnerà in ogni fase della vita. E se abbiamo seminato il seme della vera amicizia e della fede (nel suo senso più ampio), ne raccoglieremo i benefici mentre condividiamo la bellezza autunnale e troviamo pace di mente.
Ogni stagione ha un senso per la natura e per l’uomo
In particolare, la fede (legata o meno a un credo istituzionalizzato) offre un conforto profondo a coloro che l’hanno piantata presto e l’hanno nutrita con cura nel corso degli anni. Così, l’autunno non è solo la stagione della bellezza e del raccolto, ma anche la stagione della riflessione, dell’adempimento e della serenità. Proprio come la natura si prepara per l’inverno, noi possiamo prepararci per l’ultima fase della nostra vita, nutrendo i semi della spiritualità, dell’amore e della saggezza. In questo modo, l’autunno della vita può diventare un periodo di pace, gratitudine e soddisfazione, permettendoci di accogliere con serenità l’arrivo del prossimo inverno.
La vecchiaia comincia nel momento in cui ti rendi conto che niente di meraviglioso
ti aspetta dietro l’angolo. In certe persone questo accade molto presto;
in altre, non accade mai.
(D.E. Short)