LA CASA DEL SOCIAL JOURNALISM

Dalla farsa “green” alla farsa digitale

Nicoletta Forcheri

Tutta la cosiddetta “transizione green” non è altro che una riconversione pilotata da parte degli oligarchi del petrodollaro del passaggio dal petrolio all’elettricità, come se quest’ultima non inquinasse.

Ma di inquinamento non parla nessuno, tutti a parlare del fake problema CO2. Giusto per farci capire che alla fin fine tra scoregge e respiri, siamo di troppo. Magari un giorno ci faranno pagare l’aria pulita che respiriamo.

L’idea imperante è quella: gli inquinatori e gli evasori totali del mondo, quelli che stampano moneta pro domo loro e se ne intascano la rendita, impongono al resto della popolazione il sistema dei crediti sociali e del rating del consumo di co2 – di cui abbiamo visto il green pass essere l’apripista della finestra di overton – abbinato a un sistema fiscale disumano, con una austerity di stampo anglosassone e neoliberista e poi, visto che non bastava, con il razionamento puro e semplice.

Gettito fiscale che finisce nelle mani di chi detiene il debito pubblico, ergo di chi crea moneta con la partita doppia nei conti delle banche primary dealers, per acquistare con il privilegio dello ius primae noctis, i titoli del debito “sovrano”, il cui reddito è super garantito da NOI, compreso e soprattutto quello dell’Italia che ha SEMPRE elargito più ricchi interessi di tutti gli altri Stati membri dell’eurozona, arricchendo, in prima battuta, sempre loro (i proprietari delle banche primary dealers, i nominees dietro a Blackrock, State Street, Vanguard, JP Morgan, Norges Bank, BNP e pochi altri).

Che hanno in mente di cancellare per NOI la proprietà privata onde arrivare a un sistema di noleggio di tutto e di “sharing” forzato, sempre pro domo loro, un po’ come quando facevi il car sharing e pagavi LORO. Lo stesso applicato a casa e macchina. Non possiederai più nulla e sarai felice.

Un sistema dove la proprietà privata sarebbe cancellata per noi, e rimarrebbe in capo a FMi, BM, Gafam ecc. Un po’ come in Gran Bretagna dove per il diritto inglese, diritto divino in terra, gli immobili appartengono alla Corona ed il singolo può essere solo titolare di un interesse particolare in relazione agli stessi, che poi è l’istituto del trust portato alla potenza. Disponente, beneficiario e amministratore.

Che è poi il sistema che ci stanno imponendo con la farsa della “privacy” e la cessione dati ovunque con consenso estortivo e ricattatorio. In tale contesto del regolamento europeo sulla privacy, GDPR, noi diventiano da proprietari che dovremmo essere dei nostri dati anche biometrici, a semplici “interessati” (portatori di interesse), avendo ceduto il trattamento e in ultima analisi i dati stessi a un ente cosiddetto “titolare” – che dalle nostre parti latine se non erro è simile a proprietario – e a un ente cosiddetto “responsabile” della gestione dei dati.

E così, con un trucco retorico, si trasforma in norma l’eccezione alla norma, e il proprietario dei dati diventa semplice interessato che può, se ne è consapevole, esercitare il suo diritto alla modifica dei suoi dati, e persino alla revoca del consenso, in una situazione in cui il furto degli stessi è diventato sistemico e abituale, stato di fatto evidente e consolidato pure nella terminologia impiegata.

E da qui si arriva all’altra farsa disumana alla prima collegata: la transizione digitale o “smart”. Con l’epilogo transumano per non dire antiumano della moneta digitale, i cui termini non sono ancora stati lontanamente immaginati dalle masse dormienti, che ogni giorno cedono i loro dati più o meno volontariamente più o meno consapevolmente, cedendo il loro consenso ai padroni universali, che sono tali solo perché loro, le masse dormienti, accettano supinamente, senza neanche rendersene conto, la cessione dei loro dati. Infrangendo l’habeas corpus.

Perché nel nuovo sistema “digitale” i nostri dati biometrici sarebbero proprio l’oro a riserva della nuova moneta digitale, prodotta a iosa dai Gafam come strumenti di pagamento vari, carte, app, programmi su piattaforme, coperti dalla foglia di fico delle CBDC delle banche centrali, nella forma della vecchia, di italica memoria, cambiale sull’oro. L’oro siamo noi, non loro, intendiamoci. Appunto i nostri dati. Questo perché contabilmente la moneta viene prodotta in quella solita forma di pagherò sull’oro. Che poi è la forma da CAMBIARE se vogliamo liberarci della schiavitù del debito e del peccato di essere vivi da riscattare ai soliti LORO, gli arconti del re del mondo.

Esattamente come con la transitività tra nome legale e corpo fisico, quella tra dati biometrici e lo stesso finisce per intaccare l’integrità del corpo fisico, lo abbiamo visto con l’obbligo pervasivo di sieri sperimentali. Tutto si può dire tranne che questa manciata di psicopatici non sia geniale. Anche perché la strategia è talmente machiavellica che è difficile da spiegare alle masse. E quantunque ci si riesca, esse, le masse, sarebbero comunque sfiduciate, o non crederebbero che il vicino abbia capito o che comunque farà qualcosa, agirà di concerto, come un corpo solo.

Donde le frasette dello schiavo perfetto: “Tanto siamo già controllati in tutto”, “E’ così, non c’è niente da fare”, o peggio: “Non ho niente da nascondere”, costruendosi dietro al fare buon viso a cattivo gioco, la giustificazione perfetta per fare lo schiavo perfetto, quello consenziente, e mettersi il cuore in pace. Troppo faticoso fare il contrario, “ti avveleni solo la vita”, poi “tanto si muore e ti sarai rovinato la vita”.

Dissociazione cognitiva al massimo parossismo perché, in realtà, a rovinarsi e a rovinarci la vita sono proprio loro, gli schiavi perfetti che si raccontano fuffa pur di tirare avanti a campare. Per dire, se la psicologia delle folle non fosse tale da prestarsi a una pervasiva manipolazione, con regole ben precise e individuabili ma che di sicuro non vengono insegnate a scuola, non saremmo in questo marasma, di fronte a un precipizio infernale.

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Nicoletta Forcheri

Nicoletta Forcheri

Nicoletta Forcheri è cresciuta a Bruxelles in ambiente europeo e internazionale. Ha frequentato l’Université Libre de Bruxelles, dove si è laureata in Glottologia: inglese e spagnolo. La principale sua preoccupazione, oggi, è quella di diffondere informazioni corrette sui sistemi monetari considerati alla base della nostra distorta economia non solo nazionale, ma mondiale, e che sta provocando un disastro ecologico oltre che sanitario ed economico. Scrive prevalentemente sul suo blog: nicolettaforcheri.wordpress.com. Gestisce un suo canale Telegram: https://t.me/nicolettaforcheripubblico

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