IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
I mass-media parlano di cambiamento climatico come se fosse la causa di ogni problema e, soprattutto, con i soliti toni volti a creare, nelle persone che leggono o ascoltano tali notizie catastrofiche, sensi di colpa.
Il cambiamento climatico fa parte della natura in quanto tale e non si può di sicuro imputarlo ad attività antropiche “ordinarie”. I media parlano di ridurre la CO2, che in realtà è fondamentale per la vita del pianeta.
Il Dr. Clauser, premio Nobel 2021 per lo sviluppo di modelli computerizzati per il monitoraggio del riscaldamento globale e premio Nobel nel 2022 per la fisica, ha messo in discussione la “crisi climatica”:
“i processi chiave sono esagerati e fraintesi di circa 200 volte” (Korea Quantum Conference).
Clauser ha criticato altri modelli climatici, per non avere considerato il fattore luce visibile riflessa dalle nubi cumuliformi che coprono la terra e ne ha realizzato uno che ne tenesse conto.
Clauser è altresì nel consiglio di amministrazione della “CO2 Coalition”, un’organizzazione che studia gli effetti benefici della CO2 per la vita del pianeta Terra. Al contrario, una serie di organizzazioni e scienziati continuano a riferire dei pericoli insiti nella CO2. Giova ricordare che tali soggetti sono finanziati dal World Economic Forum (WEF) o, come il Fondo Monetario Internazionale, ne sono partner. Il FMI ha impedito al dott. Clauser di tenere una conferenza il 25 luglio (leggi l’articolo su Human Events). Che un’entità finanziaria si preoccupi di far tacere una voce dissenziente su un tema che dovrebbe essere esclusivamente scientifico è piuttosto singolare e la dice gran lunga sui veri interessi che stanno dietro al terrorismo sulla CO2.
Sappiamo perfettamente che il WEF ha un’agenda denominata 2030 e il FMI prevede delle linee guida politiche che includono l’abbassamento della CO2 con una tassa sul carbonio entro il 2030 per le aziende nei grandi paesi emettitori.
Tale tassazione, così come tutte le politiche che si stanno adottando in certi stati globalisti o in certe città italiane facenti parte della Fondazione C40, sono inutili se non addirittura ridicole: i vulcani emettono naturalmente CO2, la fotosintesi clorofilliana prevede lo scambio della CO2. L’abbassamento della percentuale di CO2 è pericoloso e in contrasto con la vita.
Nell’atmosfera troviamo:
78,08% azoto
20,95% ossigeno
Argon 0,93%
CO2 0,04%
Dati forniti dalla NASA
FONDAZIONE C40
Questa fondazione è composta da circa 100 sindaci in tutto il mondo e si propone di cambiare la vita delle città e delle persone in nome di un fantomatico abbassamento della temperatura di 1,5°, a partire dalle città 15 minuti (vedi l’articolo “Città 15 minuti: i nuovi ghetti 4.0?“) o città intelligenti. In Italia sono rappresentati dal sindaco di Milano e dal sindaco di Roma.
MANIPOLAZIONE DEL CLIMA
Le attività umane non sono tali da influenzare il clima, perlomeno quelle ordinarie.
Nel 1976 il New York Times pubblicò un articolo dal titolo “La guerra dei climi”:
“Si può controllare il tempo dallo spazio, si può causare siccità e piogge dirompenti, si possono cambiare le maree ed innalzare il livello dei mari, abbassare le temperature, disse l’allora Senatore Lyndon B. Johnson in una seduta del congresso nel 1957.
Una volta divenuto Presidente, Johnson permise che divenisse realtà la manipolazione climatica, ordinando che si facesse piovere nel sud est asiatico. Tra il 1967 ed il 1972 lui ed il Presidente Richard M. Nixon autorizzarono almeno 3.6 milioni di dollari per il cloud-seeding sul Vietnam del nord e del sud, Laos e Cambogia nel tentativo di rallentare i movimenti del nemico.
Nonostante il livello delle piogge fosse aumentato del 30%, il Pentagono definì l’operazione un fallimento (il Vietnam del nord nel 1971 ebbe le peggiori piogge mai viste dal 1945)
Può una nazione che altera gli equilibri naturali declinare le responsabilità per gli effetti negativi che ne conseguono? Questa domanda, con il riconoscimento che le politiche USA condannano la guerra contro i civili, ha portato il Senatore Claiborne Pell nel 1973 ad introdurre una risoluzione per richiedere a livello internazionale un trattato per proibire le guerre ambientali o di portare avanti alcuna ricerca o sperimentazione in tale direzione. Il Senato votò la risoluzione con 82 voti favorevoli e 10 contrari, purtroppo tale risoluzione non ha forza di legge.
Lo scorso agosto, alla conferenza delle Nazioni Unite, la Commissione per il Disarmo di 31 nazioni, a Ginevra, gli USA e l’Unione sovietica presentarono a firma congiunta una bozza di convenzione per bandire ogni uso ostile militare o di altro tipo delle tecniche ambientali. Sfortunatamente tale documento è anche più debole della risoluzione del Senato.
Il Pentagono afferma che il suo Progetto sulle Dinamiche del Clima, precedentemente denominato progetto Nile Blue, è innocuo e necessario per sorvegliare i tentativi sovietici di modificare il tempo del Nord America.
In realtà i ricercatori del Progetto sulle Dinamiche del Clima, utilizzando i modelli di oceani e atmosfere al computer, hanno studiato diversi modi per sciogliere le calotte polari, generare tempeste distruttive, ed in genere creare instabilità ambientali strategiche. Hanno verificato come, gli USA, agendo segretamente dallo spazio, potrebbero infliggere brutto tempo all’Unione Sovietica, causando rovinose carestie e rendendo tale nazione dipendente dalle importazioni di grano dagli USA.
Gli ingegneri dell’Unione Sovietica, d’altro canto, stanno cambiando il corso del fiume artico Pechora e creando mari nell’entroterra, azioni che provocheranno un cambiamento climatico, affermano gli esperti. E questo sarebbe innocuo.
Nel 1975 l’Accademia Nazionale delle Scienze ha riportato che il raffreddamento dell’emisfero nord a partire dagli anni ’40 ha reso possibile l’inizio entro 100 anni di una nuova era glaciale.
Gli scienziati non possono determinare se il raffreddamento sia causato dall’attività umana o se il tempo di una nazione sia causato da un programma di modificazione del clima di altri paesi. I cambiamenti climatici porteranno molte nazioni ad utilizzare tali tecniche di modifica, ma il clima politico mondiale instabile richiede che tali tecniche siano regolamentate a livello internazionale, con adeguate clausole di salvaguardia e con la previsione di ristori per coloro che soffriranno per i danni causati da siccità o da piogge torrenziali.
La bozza del trattato potrebbe essere un passo avanti verso tale regolamentazione. Ma il trattato permette la guerra climatica, proibendo solo azioni diffuse, di lunga durata o con effetti dannosi al benessere umano.
Il Senatore Pell ed i Rappresentanti Gude e Fraser hanno proposto che tutte le ricerche di modifica ambientale, siano esse civili, militari o della CIA, vengano poste sotto il controllo del Congresso. Fino a quando questo non verrà fatto, fino a quando non saranno eliminati espedienti e linguaggio fumoso, difficilmente le altre nazioni crederanno che abbiamo l’intenzione di eliminare la guerra del clima.”
Dal 1976 le ricerche sono andate avanti e la guerra climatica non si è fermata.
START UP DEL CLIMA
Ci sono start up del clima, anche se nessun politico lo ammette.
Un esempio è rappresentato dalla WeatherTec Ag, sede legale in Svizzera e uffici in Giordania e Germania. Questa azienda usa dei grandi dispositivi simili a ombrelli per produrre pioggia caricando le nuvole con ioni. Sono stati depositati brevetti presso l’Ufficio dei brevetti e l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale.
I ricercatori in Gran Bretagna, finanziati dagli Emirati Arabi, hanno utilizzato droni per colpire le nuvole con impulsi elettrici, con un esperimento condotto dal 2017 al 2022 nelle università di Reading e Bath.
Gli Emirati arabi stanno finanziando altri progetti: uno di questi prevede l’utilizzo della cosiddetta intelligenza artificiale con algoritmi in grado di prevedere il momento più adatto per inseminare le nuvole; un altro sperimenta l’inseminazione delle nuvole con particelle nanoingegnerizzate. Le maggiori ricerche sulla semina delle nuvole hanno avuto origine proprio negli Emirati Arabi: il programma di ricerca, UAREP, ha concesso finanziamenti dal 2015 ad almeno 11 diversi progetti.
Anche la Cina è piuttosto attiva: nel 2020 ha annunciato l’intenzione di espandere ulteriormente il programma di modifica del clima in un’area di oltre due milioni di chilometri quadrati.
Gli USA, come abbiamo visto, sono sempre stati in prima fila: nel 2017 nell’Idaho: furono inseminate per tre giorni le nuvole e il progetto funzionò molto bene, producendo tanta neve da riempire almeno 286 piscine olimpioniche.
Nel 2019 il costruttore degli aerei Boeing ha ottenuto il brevetto statunitense su “un sistema per indurre le precipitazioni”. (vedi “Faccio piovere quando voglio“)
Vi sono molti esperimenti, start up e programmi operativi per l’inseminazione in tutto il mondo, talmente tanti che è impossibile citarli tutti.
Merita una menzione speciale il progetto europeo CLOUDLAB, iniziato il primo settembre 2021, data fine prevista 31/08/2026, finanziato dall’Unione Europea per 3.499.926,00 euro, che prevede la sperimentazione dell’inseminazione delle nubi tramite droni in un’area della Svizzera, che è capofila di tale progetto.
Nella presentazione si afferma specificamente che “le nubi vengono sistematicamente inseminate dal 1940. L’obiettivo è di indurre modifiche del tempo, e i metodi utilizzati prevedono l’uso di prodotti chimici per alterare i processi microfisici all’interno delle nuvole per indurre le precipitazioni, dissipare le nebbie o fermare la grandine. Nonostante non sia nuovo il concetto dell’uso dell’inseminazione delle nuvole, ancora non sono chiari i sottostanti processi microfisici. CLOUDLAB colmerà tale gap, iniettando diverse concentrazioni di particelle negli strati ghiacciati delle nuvole tramite droni inseminatori” (leggi qui l’intero articolo).
Gli interessi economici per la geoingegneria sono enormi
Chi controlla il clima controlla l’economia di una nazione e può orientarne la politica.
In questi ultimi anni la ricchezza e il potere si sono concentrate sempre più in pochi gruppi, dando vita, di fatto, a una oligarchia, a un capitalismo degli azionisti.
Il valore delle aziende è determinato non più dalla capacità produttiva, dall’affidabilità creditizia, dalla capacità competitiva, dal profitto ed altre prestazioni oggettive, bensì dai famigerati ESG.
COSA SONO GLI INDICATORI ESG?
Gli ESG sono gli indicatori Enviromental Social Governance che rappresentano un sistema di punteggio sociale. Si valutano le imprese con criteri piuttosto sfuggenti, non finanziari ma piuttosto ideologici. Infatti, si assegnano dei punteggi molto bassi ad attività considerate non in linea con l’ideologia “green” che ha favorito lo sviluppo della geoingegneria che, a sua volta, influenza l’ideologia ambientale. Affermare che il clima è condizionato dalle normali attività umane, significa che alcune sono considerate indegne dal punto di vista “ecologico”, e, pertanto, troveranno difficoltà maggiori ad accedere ai servizi finanziari base, ai prestiti, alle assicurazioni. Nel mirino degli indicatori ESG vi sono anche le aziende agricole.
L’obiettivo è trasformare e limitare l’economia che non sarebbe più di libero mercato, bensì i bisogni delle persone sarebbero “orientati” verso beni e servizi ritenuti accettabili dalla piccola élite oligarchica.
Come insegnano i principi C40: il consumo di carne e latticini è da vietare, perché inquinante, così come i liberi spostamenti, l’acquisto di abbigliamento, la proprietà privata ….
COSA SONO I C40
Il 2 agosto 2006 Bill Clinton strinse un patto con il sindaco in carica di Londra, Ken Livingstone, “il nostro obiettivo è cambiare il mondo”.
Ben 21 città aderirono da subito al progetto Clinton Climate Initiative (CCI): che si proponeva di abbassare la soglia dei gas serra emessi dalle città aderenti all’iniziativa. Si cominciarono a utilizzare strategie di marketing, volte a colpevolizzare le persone per far accettare l’idea che i loro comportamenti fossero dannosi per l’ambiente e che dovessero cambiare le abitudini per il bene di tutti. Infatti, il 3 maggio 2006 vi fu una siccità che fu sponsorizzata dal mainstream globale come “terribile”. Successivamente altre città aderirono a tale progetto, che, nel frattempo, prese la sigla C40. In realtà, dietro a proclami rivestiti di intenzioni nobili, vi sono multinazionali e gruppi di affari privati, che speculano e guadagnano, basti pensare ai fondi investimento della Blackrock.
Al momento, si è arrivati a cento città in tutto il mondo che si propongono di riconfigurare la società e gli esseri umani secondo i dettami di Klaus Schwab.
Nel frattempo, i colossi del petrolio, dopo una ipocrita operazione di facciata di greenwashing, ora tornano al normale combustibile denominato impropriamente fossile. I profitti conseguiti lo confermano: la EXXON, compagnia statunitense, ha chiuso il 2022 con profitti di oltre 59 miliardi di dollari, con la seguente nota integrativa inviata alla SEC, autorità di vigilanza dei mercati, “è altamente improbabile che la società accetti il peggioramento degli standard di vita che richiederebbe il raggiungimento delle emissioni nette zero nel 2050”. Anche i concorrenti europei, come Shell, British Petroleum, TotalEnergies, Eni hanno archiviato i piani “verdi”, provocando perdite agli investitori dei fondi di investimento ESG.
La manipolazione del clima ha dunque raggiunto il risultato voluto di influenzare i comportamenti, l’economia e la geopolitica.
I comportamenti: poche persone si rendono conto delle falsità propinate e accettano passivamente decisioni inique.
Economia: abbiamo visto un esempio di ciò per le aziende di produzione. Si tenga altresì presente che il costante aumento dei prezzi di determinati prodotti e servizi è funzionale al cambiamento delle abitudini delle persone. Ci limitiamo a un solo esempio, anche se ve ne sarebbero davvero molti: i supermercati Penny, in Germania, hanno aumentato i prezzi di prodotti, anche vegani, in nome di questa ecofollia.
Geopolitica: si possono provocare disastri naturali contro paesi considerati nemici. In queste settimane si sono intensificati fenomeni meteorologici estremi in aree ben precise del pianeta. Questi fenomeni, siano essi di desertificazione che di inondazioni, sconvolgono gli equilibri del paese che li subisce e lo rendono debole e facile preda di accordi non equi.
Abbiamo visto come nel 1976 si auspicassero accordi per evitare che le guerre climatiche avessero effetti nocivi e di lunga durata sui civili: c’era la consapevolezza che tali guerre non erano evitabili, pur con l’auspicio di non arrecare danni eccessivi alla popolazione.
Questo ci porta alla conclusione che la geoingegneria, utilizzata da questi gruppi di potere, è pericolosa: è un’arma di offesa verso l’umanità.