Il mantra della crescita e dello sviluppo sostenibile
Oggi viene pronunciato e ripetuto di continuo il mantra della crescita e dello sviluppo sostenibile. Ma esiste lo sviluppo “ sostenibile”? Oppure lo sviluppo è già “insostenibile”? Ebbene, in soli settant’anni l’Occidente ha dilapidato risorse immense in termini di materie prime, ma anche di suolo fertile nonché di vegetazione. Persino le risorse ittiche hanno subito un depauperamento mostruoso. Un esempio tra i tanti: i famosi banchi di merluzzo di Terranova sono calati del 99% rispetto alla dimensione che avevano quando furono scoperti alla fine del Medioevo dai pescatori europei. Tutto questo è stato sacrificato sull’altare dello sviluppo e del progresso. Altro spreco enorme: le risorse idriche. L’acqua sta diventando talmente scarsa e preziosa che tra non molto sarà più costosa dello stesso petrolio. Sempre più gravide di sinistro significato sono le parole del vecchio capo indiano Toro Seduto: “Quando avrete ucciso l’ultimo bisonte, avrete abbattuto l’ultimo albero e avrete anche prosciugato l’ultimo ruscello, scoprirete che non potrete mangiare e bere il denaro che avete depositato nelle vostre banche”. Forse sarebbe opportuno ricuperare alcune suggestioni dalla cultura e dalla civiltà greca.
La civiltà greca e il suo retaggio
La cultura greca aveva vivissimo e forte il senso del limite: sul frontespizio dell’oracolo di Delfi vi era scritto: “Meden agan” cioè “Mai niente di troppo”. Alla domanda se le sue riforme fossero le migliori in senso assoluto Solone rispose: “No, sono le migliori in senso ateniese”, cioè in senso relativo, solo per il popolo ateniese. Inoltre, tutta una serie di miti greci insegnano che la “hybris”, cioè il delirio di onnipotenza dell’uomo scatenerà la “phtonos” cioè l’indignazione e l’ira degli dei. Conosciamo tutti il supplizio di Prometeo che viene costretto al tormento eterno per aver carpito il fuoco agli dei e averlo poi donato all’umanità. Ma è istruttivo anche l’ammonimento di Teti a suo figlio Achille, desideroso di gloria immortale e per questo partecipante alla guerra di Troia: “Se tu vai in guerra avrai la gloria che cerchi, ma morirai, perché la tua gloria è fatalmente legata alla tua distruzione!”. Ulisse che torna dalla guerra vittoriosa viene perseguitato dal dio Poseidon che lui non ha onorato, fino a quando perde tutti i suoi compagni. A quel punto Ulisse chiede al dio perché non uccide anche lui. Poseidon risponde: “Affinché tu sappia che l’uomo, per quanto abile e astuto, senza l’aiuto degli dei, non è NULLA!”. Dobbiamo forse recuperare dagli antichi greci il senso del limite che invece abbiamo abbondantemente superato perché abbiamo dimenticato una verità essenziale: in un mondo FINITO di risorse la crescita infinita è IMPOSSIBILE.