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Rottamazione quater, prorogata al 30 giugno 2023

Giacinto Cimolai

Il nuovo termine per la presentazione telematica all’Agenzia delle Entrate-Riscossione slitta dal 30 aprile al 30 giugno. Quello per il primo versamento dal 31 luglio al 31 ottobre.

Due mesi in più per l’adesione alla procedura di quella che è stata definita “Rottamazione-quater”.

Nonostante le adesioni alla nuova definizione agevolata abbiano già raggiunto quota un milione, il Governo concede ulteriori due mesi a chi vuole aderire.

Fonte: Il Sole 24 Ore

La notizia arriva attraverso il Comunicato Stampa n. 68 del 21-4-2023.

Così funziona in questo paese: durante il Covid il governo ci aveva abituato ai DPCM ora ai comunicati stampa.

Conseguentemente a questo rinvio, sarà differito al 30 settembre 2023 il termine entro il quale l’Agenzia delle Entrate-Riscossione trasmetterà, ai soggetti che hanno presentato le istanze di adesione, la comunicazione delle somme dovute per il perfezionamento della definizione agevolata.

Il differimento della scadenza è senz’altro utile per permettere ad altri milioni di aziende e persone di poter aderire alla Rottamazione, ma la domanda che sorge spontanea è: premesso che tutti quelli che hanno diritto ad accedere a questa misura lo facciano, quanti saranno poi nelle condizioni di poter far fronte al pagamento delle somme rateizzate oltre a tutte quelle dovute normalmente?

Come sarà possibile poter pagare somme in arretrato dal 2000, dopo tre anni di pandemia e con una situazione economica che sta mettendo in ginocchio definitivamente milioni di famiglie e aziende?

Quale potrebbe essere la soluzione?

Una soltanto: il Giubileo del Debito, una vera pace fiscale.

Nella storia, dopo ogni guerra sono state promulgate amnistie e pacificazioni e noi ora ci troviamo in una analoga condizione. Stiamo uscendo dalla prima “guerra planetaria”, dalla prima guerra che ha coinvolto pressoché tutto il pianeta. Un evento eccezionale, unico, che come tale richiede misure eccezionali.

Qualcuno obietterà che i debiti vanno pagati, che le obbligazioni vanno rispettate. Certo, se ciò fosse una regola per tutti, ma vediamo che invece la regola vale sempre per i più deboli. Forse che Silicon Valley Bank pagherà i propri debiti? E Monte dei Paschi di Siena? E le varie Veneto Banca, Popolare Vicentina, Banca Etruria? E i debiti nascenti dalla guerra Ucraina-Russia lì pagherà qualcuno? Sì, noi.

I Sumeri 2000 anni prima di Cristo cancellavano ogni 49 anni il debito dei propri sudditi per legge. Noi perché non possiamo farlo?

Soprattutto oggi che è evidente come la moneta venga creata dal nulla?

Qualsiasi piccolo imprenditore difronte a un credito incagliato e alla prospettiva del rischio del mancato incasso direbbe: pochi, maledetti e subito.

Questo stato no, preferisce tenersi a bilancio montagne di crediti inesigibili – che sono solo carta straccia perché se uno non ha i soldi non può pagare – piuttosto che richiedere una somma ragionevole e mettere nelle condizioni le persone di riprendere la vita.

Preferisce mantenere “sottomessi” i propri “sudditi” spingendoli spesso verso la disperazione e il “suicidio” economico mettendo le basi per la distruzione del tessuto produttivo anziché per la ripresa economica.

Completando quel disegno che, come afferma Antonino Galloni nel suo libro  “L’Italia Tradita”, fu enunciato ancora in anni non sospetti dal Ministro del tesoro Beniamino Andreatta, che a una osservazione di Galloni sul fatto che gli elevati tassi di interesse avrebbero messo in grave difficoltà le piccole imprese, tante volte meritevoli dal punto di vista produttivo, ma così fragili dal lato finanziario, gli rispose: “ma è quello che vogliamo, distruggere queste improduttive, inefficienti, arretrate piccole imprese e favorire l’aggregazione di gruppi più grandi”.

Erano i primi anni ’80 ma sembra di essere oggi. 

La crescita esponenziale dei tassi dei mutui a tasso variabile sta soffocando famiglie e imprese, la pandemia ha distrutto migliaia di aziende e i grandi gruppi diventano ogni giorno più forti.

L’unica vera soluzione è il Giubileo, la cancellazione del debito, una grande operazione di cartolarizzazione che rappresenti un grande atto di civiltà perché a una guerra si deve rispondere con grandi decisioni, con scelte radicali, per il bene di tutti.

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Giacinto Cimolai

Giacinto Cimolai

Friulano. Fondatore del progetto sociale che fa riferimento all’associazione Comunità Etica.
Dal 2017 si dedica alla promozione e allo sviluppo di questo progetto, promuovendolo in Italia e all’estero.
Fondatore e responsabile del progetto di Tutela Legale Etica che si propone di difendere tutti coloro che sono afflitti dal Debito.
Presidente di ConfimpresaItalia-Friuli
Presidente della Cooperativa OPES.
Presidente Regionale per il Friuli Venezia Giulia dell’associazione di promozione sociale A.N.A.S.
Nel 2022 fonda la testata giornalistica CambiaMenti, di cui è direttore editoriale.
Ha pubblicato quattro libri

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