La trasgressione sessuale ci è stata presentata come libertà, senza capirne le motivazioni e senza comprendere se si trattava di una scelta ben consapevole. Poteva bastare un’azione che infrangesse una “una regola consolidata e universalmente accettata” per inneggiare all’emancipazione.
Negli ultimi anni si sono moltiplicate le presenze nei vari talk show di individui con una sessualità incerta o che ponevano all’attenzione del pubblico una sessualità opposta a quella della loro biologia. Tanti di loro raccontavano la propria storia, il proprio vissuto attraverso percorsi tutti molto similari tra di loro: confusione nell’identità sessuale e scelta opposta a quella biologica.
Attenzione: siamo a favore della libertà sessuale (nel rispetto delle leggi) e vi è un grande rispetto verso la scelta sessuale degli individui, considerandola qualcosa di intimo e privato che non può essere discussa in sedi politiche e soprattutto mediatiche. Tuttavia, va preso atto che negli ultimi decenni “i grandi filantropi” hanno utilizzato la sessualità come strumento di propaganda e indirizzamento delle masse verso il disfacimento dei valori della famiglia.
Il cosiddetto “Gender” è stato costruito su una serie di presupposti errati che dovevano servire a legittimarlo come se fosse stato un progresso nella sessualità umana e non un clamoroso falso senza basi scientifiche. Il tutto ha avuto inizio fin dagli anni quaranta-cinquanta del secolo scorso, periodo in cui diversi filosofi e studiosi cominciarono a parlare di un presunto “terzo sesso”, facendo leva sui rarissimi casi di ermafroditismo.
Già sul finire degli anni quaranta, si ebbe il “rapporto Kinsey”, che prese nome dall’americano Alfred Kinsey, che sosteneva di poter classificare gli orientamenti sessuali dei cittadini americani. Era l’inizio dell’idea che la sessualità umana dovesse essere classificata includendovi anche le diverse forme di perversione come la “pedofilia” e il “gender fluid” cercando di “normalizzarle”.
Si voleva dimostrare che la sessualità umana era per natura perversa, ossia contro natura stessa.
A poco servirono le ricerche di Judith Reisman, presidente dell’Institute for Media Center che dimostrò l’assoluta inattendibilità degli studi di Kinsey. La Reisman sostiene che gli studi dello stesso Kinsey furono condotti prendendo in esame campioni di detenuti per reati sessuali. Nonostante le denunce in tal senso della Reisman, il Dott. Money divenne direttore di un dipartimento di ricerche psico-ormonali della facoltà di medicina della Jhons Hopkins University di Baltimora, tuttora rinomato centro di ricerca medica con distaccamenti in più parti del mondo. L’università coniò il termine “identità di genere” per indicare che potevano esistere più “generi sessuali” a seconda dalla scelta identitaria dei singoli soggetti. Lo scopo di Money non era scientifico, ma bensì il suo intento e di coloro che finanziavano i suoi studi era propugnare come scienza “l’etica della sessualità ricreativa”, in cui venivano eliminate le caratteristiche biologiche a favore di un presunto orientamento sessuale che poteva riguardare grandi e piccini.

Nel 1967, Money divenne famoso quando gli fu presentato il caso di un bambino (Bruce Reimer) di due anni, perfettamente normale, vittima di irreparabili lesione all’organo riproduttivo maschile in seguito a un mal riuscito intervento di circoncisione. Money non si lasciò sfuggire l’occasione di poter mettere in atto le sue teorie a danno dello sfortunato bambino. Ottenne il beneplacito della facoltà di Medicina e dei genitori del malcapitato per cominciare una fase di sperimentazione con l’intento di dimostrare a tutto il mondo accademico, e non solo, che la sua idea in cui ogni essere umano potesse “liberamente” scegliere la sua identità sessuale, al di là dei criteri biologici e naturali fosse fondata.
Il 3 luglio 1967 Bruce fu castrato dal dottor Howard Jones, un collaboratore di Money. Fu così che Bruce diventò Brenda. Fu creata una rudimentale vagina ed elaborata una terapia di ormoni affinché il piccoletto potesse apparire come una fanciulla. Istruì i genitori e tutti i conoscenti a trattare il bambino come se fosse una femminuccia: nel parlare, nel vestire e nel quotidiano. Dopo questa “impresa” il dott. Money diventò un’icona del mondo gay americano e dei movimenti femministi che lo considerarono il precursore della futura chirurgia sessuale.
Molti ricercatori e scienziati sollevarono molti dubbi e perplessità riguardo le ricerche di Money e ne abbiamo testimonianza nel libro “Metamorfosi della differenza sessuale”, della filosofa francese Sylviane Agancinski dove sostiene la differenza biologica tra i due sessi e anche il Dottor Milton Diamond cercò di contrastare questa deriva verso il “genderismo”. Nonostante l’avversità di una parte del mondo accademico la teoria “gender” continuò il suo espandersi e nemmeno il suicido di Bruce Reimer, avvenuto il 4 maggio 2004 a seguito di operazioni per ritornare maschio e pressioni psicologiche subite durante tutta la sua esistenza (documentate nel libro As Nature Made Him: The Boy Who Was Raised as a Girl di John Colapinto) pose fine a tale teoria divenuta becera propaganda.
Si ringrazia “Nuova Energia” per l’ispirazione avuta nello scrivere l’articolo.