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Lo stop da parte del Garante: ChatGPT viola la privacy

Giacinto Cimolai

A pochi giorni dall’allarme lanciato da Elon Musk con il quale chiedeva una moratoria di sei mesi nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, è stato bloccato l’uso di ChatGPT (Chat Generative Pre-trained Transformer, che tradotto significa “trasformatore pre-istruito generatore di conversazioni”) da parte degli italiani, finché non rispetterà la disciplina sulla privacy.

Questa la decisione del garante per la protezione dei dati personali. Secondo il garante non c’è sufficiente garanzia di privacy ogni volta che usiamo questo sistema.

ChatGPT è venuta alla ribalta soprattutto in questi giorni a seguito dell’annunciato pericolo che l’intelligenza artificiale possa sfuggire al suo creatore. ChatGPT può sostituire egregiamente l’uomo nello scrivere articoli, libri, lettere d’amore e quant’altro; potrebbe ridurre i costi delle redazioni dei giornali sostituendo molti giornalisti ma, soprattutto unita ai software che permettono la realizzazione di immagini virtuali assolutamente corrispondenti a quelle reali, potrebbe essere un grande salto di qualità nella realizzazione di un sistema di comunicazione virtuale e manipolativo.

Lo spirito di tutela della privacy,  che probabilmente ha mosso il garante, è sicuramente meritorio. Si pongono però alcune domande.

Cosa ne facciamo di Bing, la chat di Microsoft che ha funzioni simili a ChatGPT?

La privacy di tutto ciò che inseriamo in ChatGPT è a rischio, chissà come saranno utilizzati i dati da OpenAI, l’azienda che l’ha realizzata. L’autorità evidenzia anche che non c’è alcun limite di età nell’uso della chat e ciò potrebbe ingenerare pericoli nei bambini.

Il provvedimento è ineccepibile e condivisibile, ma sembrerebbe ancora che si stia a guardare il dito che indica la luna piuttosto che la luna stessa.

Chiunque usi un semplice smartphone si sarà accorto che se fa una ricerca sul web la mattina, il pomeriggio gli arrivano, guarda caso sui vari social, notifiche su quello che ha cercato. Ma, chi è più attento, avrà anche notato che se a telefono spento sta parlando di un determinato prodotto, in giornata gli arriveranno comunque le notifiche attinenti.

Forse che in questi casi abbiamo rilasciato una autorizzazione specifica?

È stato imposto un limite di età?

Tutti gli smartphone non permettono più di staccare la batteria per spegnerli veramente. Per quale motivo? A meno che non si utilizzi un vecchio modello Nokia che permette ancora si staccare la batteria, siamo sempre connessi, anche quando abbiamo spento il telefono.

E allora di che cosa stiamo parlando?

A cosa serve bloccare legittimamente ChatGPT se tutto il web è pieno di strumenti che ci monitorano e prelevano i dati a nostra insaputa?

Strumenti che profilano ogni nostro comportamento quotidiano per venderlo a chi poi attraverso l’intelligenza artificiale li utilizza per un nuovo progetto di governo mondiale basato sulla manipolazione sottile attraverso una comunicazione pervasiva incontrollabile.

Ben venga che l’Italia sia il primo paese a fare una legge sui cibi sintetici, a stoppare ChatGPT ma cerchiamo di non mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi perché il problema è molto più grande e sottile e riguarda il nuovo ordine mondiale, un nuovo modo di governare che promette di esautorare la vera partecipazione democratica attraverso strumenti che sembrano essere di liberazione ma nella realtà sono di dominio. Stiamo forse sostituendo i campi di concentramento e i gulag con dei recinti virtuali nei quali ci stiamo “volontariamente” rinchiudendo?

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Giacinto Cimolai

Giacinto Cimolai

Friulano. Fondatore del progetto sociale che fa riferimento all’associazione Comunità Etica.
Dal 2017 si dedica alla promozione e allo sviluppo di questo progetto, promuovendolo in Italia e all’estero.
Fondatore e responsabile del progetto di Tutela Legale Etica che si propone di difendere tutti coloro che sono afflitti dal Debito.
Presidente di ConfimpresaItalia-Friuli
Presidente della Cooperativa OPES.
Presidente Regionale per il Friuli Venezia Giulia dell’associazione di promozione sociale A.N.A.S.
Nel 2022 fonda la testata giornalistica CambiaMenti, di cui è direttore editoriale.
Ha pubblicato quattro libri

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