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I tratturi: ponti tra passato e futuro

Manuela Fratianni

Settembre andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti …” (Gabriele D’Annunzio)

Cosa sono i tratturi

I tratturi sono antiche “vie di erba”, utilizzate dai pastori per spostare le greggi durante le transumanze.

La parola tratturo compare per la prima volta durante gli ultimi secoli dell’Impero Romano, da tractoria: privilegio dell’uso gratuito del suolo, di proprietà dello Stato, esteso ai pastori della transumanza, Codice Teodosio (401-460) e codice Giustiniano (482-565).

In Sicilia i tratturi erano denominati “trazzere”, per poi divenire “Regie Trazzere”, per il passaggio dei diritti demaniali dallo Stato alla Regione Sicilia.

 Anche in Sardegna le “tramudas” hanno origini antichissime, risalgono al neolitico (6000 a.C). Con la civiltà nuragica (1800-238 a.C.) vi fu un’evoluzione e uno sviluppo delle tramudas, con la creazione di aree di sosta, alcune delle quali, le più grandi, divennero i primi villaggi. I Romani disciplinarono questa pratica con i regolamenti di transito.

La transumanza appenninica era diversa da quella alpina: quest’ultima, definita alpeggio, era di tipo “verticale” di breve raggio, al contrario di quella appenninica, “orizzontale”, che comportava lo spostamento delle greggi per lunghi tratti, dalle montagne dell’Abruzzo e del Molise fino ai pascoli della Puglia, della Murgia, del Tavoliere, della Terra d’Otranto e della Basilicata.

La pratica della transumanza è antichissima. In epoca protostorica i tratturi erano lunghe vie, dove gli uomini e animali camminavano insieme. In autunno le greggi si spostavano dai pascoli abruzzesi e molisani verso quelli più caldi nel Tavoliere delle Puglie, nella tarda primavera ritornavano verso le montagne, più fresche dell’Abruzzo.

I TRATTURI DEI SANNITI

I Sanniti, IV secolo a.C., per primi nell’Appennino, regolamentarono la transumanza.

I tratturi divennero le “autostrade verdi” dell’Appennino sannitico. La loro larghezza era notevole: sessanta passi napoletani, corrispondenti a 111 metri. Essi prevedevano anche dei tracciati secondari, denominati tratturelli, varianti di percorso, i bracci, aree destinate alla sosta delle greggi, i riposi.

Nacquero così, lungo le vie dei tratturi, le prime città e i primi centri commerciali. La transumanza, infatti, non era più soltanto uno spostamento delle greggi, ma un’attività economica fiorente, fatta di scambi, trasformazione delle materie: le donne lavoravano la lana con la filatura, con la tipica conocchia e il telaio, creando coperte e capi di abbigliamento, gli uomini trasformavano il latte ricavandone formaggi e organizzavano servizi di accoglienza e intrattenimento.

Il Sannio prosperò grazie al sistema dei tratturi, che costituirono l’asse su cui si svilupparono i centri abitati, i santuari, un asse stabilmente controllato di raccordo con il sistema di difesa.

I TRATTURI DEI ROMANI

Gli antichi romani estesero e fortificarono gli antichi tracciati, esistenti da millenni, usati e migliorati dai sanniti. In tal modo, crearono dei collegamenti perfetti delle periferie con i centri urbani dell’impero.

La pastorizia era considerata una delle attività più nobili e redditizie, un settore molto importante della loro economia. La transumanza era assoggettata a un regime fiscale, al pagamento di imposte, nei punti di attraversamento obbligatorio vi era una sorta di pedaggio (la Scrittura): una tassa pagata sugli animali iscritti nei registri degli appaltatori d’imposta.

Le manifestazioni con spettacoli erano finanziate dalle multe comminate ai proprietari delle greggi.

Con la caduta dell’Impero Romano, la transumanza scomparve quasi completamente, per venire nuovamente riscoperta e tutelata con la Costituzione Normanna (XI secolo). I pastori erano tutelati dai briganti ma dovevano pagare il pedaggio sulle vie controllate e sicure. Le leggi e i regolamenti erano molto severi per tutti e i trasgressori pagavano con la vita la loro violazione.

LA RINASCITA DEI TRATTURI

Ulteriore miglioramento e grande slancio si ebbe sotto gli Aragonesi nel XV secolo, che adottarono il metodo della Mesa spagnola. Alfonso I° emanò leggi e regolamenti organizzativi per dare nuovo vigore al commercio agricolo.

Si regolamentò fiscalmente il passaggio delle greggi nel 1447 con la Dogana della Mena delle pecore a Foggia, diretta da un alto funzionario governativo, il Doganiere.

“Ogni 1.000 pecore vi erano dai 7 ai 10 pastori ai quali andavano aggiunti altri addetti. Al di sopra di tutti c’era il massaro coadiuvato dai pastoricchi che si disponevano in testa e ai lati del gregge durante il trasferimento aiutati dai cani. I butteri erano addetti al trasporto di materiale su muli, principalmente le reti per i recinti notturni. I casari erano ovviamente addetti alla produzione del formaggio. Ogni impresa di 15-20 mila pecore aveva almeno 150-200 persone e per un numero medio di 2/3 milioni di pecore transumanti si calcolavano 20-30 mila addetti.”  (Le lunghe vie erbose” Italo Palasciano, Capone editore)

I locati, vale a dire i pastori che sostavano nei terreni fiscali durante l’inverno, non erano sottoposti alla giurisdizione feudale ordinaria, bensì al tribunale privilegiato, già istituito da Giovanna Iª nel 1429 e riconfermato da Alfonso I°.  Essi non erano assoggettati a pedaggi o a dazi e godevano della fornitura del sale, fondamentale per l’alimentazione delle pecore, a prezzo ridotto. Tra i divieti, vi era quello di vendere gli animali e di coltivare la terra adibita a pascolo.

Ogni anno si pagava alla Dogana la fida: affitto annuale per ogni capo di bestiame. Come garanzia, i locati dovevano depositare presso la Dogana di Foggia la lana della tosatura primaverile. Essa veniva conservata nei fondaci, ossia magazzini, in attesa di essere venduta nella fiera della lana, che si svolgeva tra aprile e maggio. I regi pesatori, a garanzia del proprietario e del consegnatario, pesavano la lana al momento del deposito.

Vi erano le banche dei cambi, annesse agli uffici amministrativi e fiscali, in cui si procedeva allo scambio dei prodotti, e vi era anche il Tribunale della Dogana, che esercitava la giurisdizione civile e penale sui pastori.

L’assetto dei tratturi esistenti è quello definito da Alfonso I° il 1° agosto 1447. I tratturi alfonsini comprendono i tracciati tra il Matese e le Mainarde e la costa adriatica, che dall’Abruzzo meridionale giungono fino alla Puglia e sono collegati da percorsi secondari trasversali, i bracci.

In questo periodo furono delineati i confini tra i terreni privati e il tratturo con i cippi, blocchi di pietra squadrati collocati ai lati del percorso, che recavano incise le lettere RT, regio tratturo. Ancora adesso si possono vedere alcuni di questi lungo i percorsi dei tratturi, le forme possono variare e questo dipende dal periodo in cui furono posti ai lati dei confini.

I PERCORSI DEI TRATTURI

PESCASSEROLI-CANDELA

CASTEL DI SANGRO – LUCERA

CELANO – FOGGIA

CENTURELLE – MONTESECCO

L’AQUILA – FOGGIA (detto TRATTURO DEL RE o TRATTURO MAGNO)

LA VITA NEI TRATTURI

Lungo i tratturi i pastori si incontravano, commerciavano i prodotti che essi stessi trasformavano, facevano feste, e pregavano nelle chiesette che trovavano lungo il percorso, molte delle quali ancora sono in buono stato.

I pastori erano i depositari della conoscenza. Essi, infatti, attraversavano i territori, conoscevano le piante spontanee, utili per i medicamenti e per l’alimentazione, erano veterinari, casari, artigiani, commercianti, poeti e musicisti.

“La loro bravura e la loro competenza li rendeva autosufficienti sotto tutti i punti di vista. Tessevano, confezionavano il vestiario, costruivano gli utensili del lavoro (cravasce, cucchiai, scodelle, ecc.), le capanne di campagna, i mobili (usando ferule e altro legname), ecc. Sapevano scolpire su legno delle bellissime figure d’animali e altri tipi di abbellimenti. “ (Storie e tradizioni)

IL PARCO DEI TRATTURI DEL MOLISE

Il Parco si estende per una superficie di circa 15.000 ettari, tra i comuni di Sepino, Trivento e Larino.

Esso è stato istituito per proteggere e conservare questo patrimonio culturale ed è ancora utilizzato per la transumanza, anche se in misura molto ridotta rispetto al passato.

Vi è una flora e una fauna molto ricca, e vi sono paesaggi di incredibile bellezza.

VALORE ECONOMICO DEI TRATTURI

La transumanza non è scomparsa; seppur in forma ridotta, continua a essere usata ancora dai pastori.

La sua importanza è ancora più evidente ora, che le multinazionali del cibo hanno provocato, con una concorrenza sleale, l’abbassamento dei prezzi, rendendo difficile ai piccoli allevatori di poter competere. Tali multinazionali, sulla spinta della falsa idea che la CO2 inquina, propongono la carne sintetica, nonostante siano già state evidenziati i pericoli che ne derivano per la salute umana. Gli Stati che hanno abbracciato tale falsa ideologia ecologista, hanno ordinato l’abbattimento di centinaia di migliaia di capi, dando, nel contempo, una forte spinta promozionale al cibo sintetico.

Il Decreto Italia, con l’istituzione dell’Osservatorio nazionale per la tutela della transumanza e la promozione dell’allevamento zootecnico estensivo, segue quanto già riconosciuto dall’Unesco nel 2019:

la transumanza è uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti. I pastori, infatti, conoscono l’ambiente, i cicli della natura e concorrono a preservare la stessa”,

di qui il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità.

I tratturi sono importanti per portare avanti un modello di allevamento realmente sostenibile che comporta anche la cura continua e naturale del territorio interessato. Essi, inoltre, sono un importante elemento di attrazione turistica: chi li percorre, può godere di un paesaggio unico, in totale immersione nella natura. I ritmi sono lenti, perché i tratturi possono essere percorsi a piedi, in bicicletta o a cavallo.

Il potenziale economico è enorme.

Essi sono, altresì, un efficace mezzo di contrasto alla folle legge approvata dal Parlamento europeo, la NATURE RESTORATION LAW, ossia la LEGGE RITORNO ALLA NATURA, che prevede la confisca dei terreni e proprietà private, in nome del sempre falso ecologismo. In Olanda sono state espropriate più di tremila aziende e piccole proprietà, rendendo impossibile l’autoproduzione agricola, con conseguente aumento delle importazioni di prodotti alimentari vegetali e animali.

I tratturi e la transumanza sono la migliore risposta: rappresentano la perfetta integrazione tra natura e uomo, nel rispetto dei cicli naturali della vita e della cura del territorio.

PROGETTO TRATTURI MOLISE

La transumanza ha dato forma al territorio molisano, con le vie di attraversamento, i ricoveri, gli stazzi, le edicole votive e le cappelle.

I tratturi molisani sono in larga maggioranza ben conservati e percorribili: il tracciato dei sentieri CAI Italia ricalca in molti punti il percorso dei tratturi.

Nel 2016, grazie a un lavoro di ricognizione e verifica sul territorio, i tratturi sono stati trasferiti alla Regione Molise, come beni demaniali.

Nel 2021la Giunta regionale del Molise ha approvato un protocollo di intesa tra la Regione e il Comune di Campodipietra (CB) per la realizzazione dell’intervento “Sviluppo turistico lungo i tratturi molisani”, incluso nel Cis Molise con una dotazione finanziaria di circa 129,3 milioni di euro. Il Comune di Campodipietra ha predisposto lo specifico studio di fattibilità, successivamente fatto proprio da altri 58 Comuni e da un Consorzio di Bonifica, per la realizzazione di interventi omogenei sulla rete dei tratturi molisani e di azioni puntuali che interessano gli Enti coinvolti. È prevista la realizzazione di strutture ricettive, parcheggi, aree di sosta per camper e laboratori artigianali per la produzione, la degustazione e la vendita di prodotti locali.
    Il progetto, comprensivo di 107 proposte progettuali, di cui circa 61 interessanti aree o tracciati tratturali è stato approvato dal Tavolo istituzionale per il Cis Molise il 9 luglio 2019.
” (ANSA).

Capofila è il comune di Campodipietra che ha firmato il 7 agosto l’accordo operativo con la società Technital, di Verona, che per 18 mesi seguirà la progettazione esecutiva,  59 i Comuni coinvolti.

Il Molise c’è

L’obiettivo è collegare i tre tratturi che attraversano il Molise, secondo il modello di Santiago de Compostela: con strutture ricettive, luoghi attrezzati ed eventi lungo i percorsi.

Il Sindaco di Campodipietra, Giuseppe Notartomaso:

“Vogliamo ripristinare i tratturi nella loro percorribilità e quindi fruibilità per destinarli al turismo lento, con una serie di altre attività collegate e connesse a quella principale”.

Il direttore tecnico della Technital:

Un intervento che in termini di importo lavori sfiora i 100 milioni direi che è un caso unico in Italia – ha rimarcato il direttore tecnico Venturini – Noi stessi che seguiamo lavori molto grossi, un intervento del genere di valorizzazione turistica non l’avevamo mai visto. Inizia un’avventura per il Molise perché per la prima volta si affronta il tema dei tratturi in maniera globale. Abbiamo intanto una progettazione complessa che ha fatto capo al Comune di Campodipietra e che sta arrivando a conclusione. Oggi (7 agosto 2023) è stato compiuto il primo passo per arrivare a una definizione progettuale di tutto l’asse tratturale che costituisce l’ossatura storica e anche fisica del territorio e che dovrà essere restituita alla collettività non solo per finalità pratica ma anche in funzione dell’immagine del Molise”. (Primopiano.it).

Il sindaco Notartomaso in una intervista di luglio, dal minuto 20.10, spiega altri dettagli del progetto:

il consorzio dei Comuni mette insieme anche le aziende private, per permettere un rilancio del commercio di prodotti tipici tramite piattaforme ad hoc, si stanno creando protocolli di intesa anche con i “molisani nel mondo”, sono circa un milione, tutti organizzati con associazioni, per favorire anche il turismo di ritorno. Molto interessante il progetto in itinere collegato: le “farmacie rurali di Abruzzo e Molise”, un consorzio che ha una startup per la creazione di prodotti fitoterapeutici e omeopatici a partire dalle erbe officinali che si trovano lungo i tratturi e la realizzazione di profumi del tutto naturali monodose, con confezioni compostabili.

Il progetto si estende anche in Sicilia, partner il Comune di Caltanissetta, con “il parco mondiale dello stile di vita mediterraneo”, cui si sono uniti più di cento Comuni siciliani e oltre 200 aziende locali.

I POCHI HANNO SEMPRE DIMOSTRATO DI ESSERE IL VERO CAMBIAMENTO (cit. Giuseppe Notartomaso)

Foto di Yves Bernardi da Pixabay

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Manuela Fratianni

Manuela Fratianni

Economista, appassionata di geopolitica, psicologia e sociologia.
Redattrice di CambiaMenti e di Radio28TV.

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Lorenza
Lorenza
27 giorni fa

Bravissima

Maria Chiara Forbicioni
Maria Chiara Forbicioni
25 giorni fa

Manuela Fratianni: Cultura, Informazione,Passione,Coraggio. Grande!

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