LA CASA DEL SOCIAL JOURNALISM

Chi ci sta influenzando?

«Io non mi faccio influenzare da nessuno». Ecco una delle più grandi illusioni che molti nutrono su sé stessi e una delle più grandi frottole che raccontiamo agli altri. In realtà ognuno di noi è sottoposto a ben quattro tipi di influenze: gli input, ovvero i pensieri con cui nutriamo la nostra mente; le associazioni, ovvero le persone con le quali passiamo la maggior parte del nostro tempo; l’ambiente, ovvero il contesto nel quale siamo immersi; il nostro corpo, ovvero come lo usiamo e come lo nutriamo.

Gli input

È semplicemente impossibile non pensare. Anche quando rispondiamo al nostro interlocutore «Non sto pensando a niente», in realtà intendiamo che non stiamo pensando in maniera intenzionale a qualcosa di specifico ma lasciamo che la nostra mente vaghi senza una meta precisa. Non solo non siamo in grado di non pensare ma non siamo nemmeno in grado di controllarli nel senso pieno della parola. Avete mai provato a controllare i vostri pensieri? Buona fortuna. Provate a meditare e scoprirete subito quanto sia difficile. La mente è come una scimmia adolescente affetta da Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività. E questi pensieri da dove vengono? «Da dentro di noi», rispondiamo. Certamente, ma li abbiamo presi fuori di noi e continuiamo a farlo tutti i giorni: i nostri genitori, insegnanti, amici, colleghi, giornali, programmi tv, internet, ecc. Ma quale attenzione stiamo prestando a selezionare il tipo di pensieri che la nostra mente assorbe? Come c’è il cibo sano e il cibo spazzatura, così ci sono pensieri sani e pensieri spazzatura.

Le associazioni

Probabilmente è stato Jim Rohn, uno dei più famosi autori motivazionali del XX° secolo, a individuare questa regola relazionale fondamentale: “Noi siamo la media delle cinque persone che frequentiamo di più”. Altri, come lo psicologo sociale David McClelland, hanno coniato il termine “gruppo di riferimento” per indicare quelle persone che determinano sino al 95% del nostro successo (o fallimento) nella vita. Ma il concetto è uno solo, quello che l’antica saggezza popolare aveva espresso con il famoso proverbio: “Chi si somiglia, si piglia”. Se i tuoi amici sono abituati a trovarsi ogni sera per uno spritz, anche tu andrai ogni sera al bar a bere uno spritz. Se i tuoi amici sono abituati ad andare in palestra tre volte alla settimana, pure tu frequenterai la palestra. Se i tuoi amici normalmente parlano di personaggi dello spettacolo, delle loro ultime esibizioni e della loro vita privata, tu farai lo stesso e ti troverai incollato al televisore a vedere spazzatura tipo Sanremo per non essere tagliato fuori dai loro discorsi. Se i tuoi amici, all’improvviso, decidono di passare i fine settimana a sciare, tu ti troverai senza accorgetene da Decathlon a comprare tutta l’attrezzatura necessaria.

L’ambiente

Non stiamo parlando di ecologia, qui. Parliamo più semplicemente, ma più pragmaticamente, delle cose che ci circondano. A cominciare dalla nostra casa e dal nostro luogo di lavoro, sia come ambiente fisico, sia come ambiente mentale. Se sei circondato dal disordine fisico ricorda che questo ti rende difficile essere produttivo ed efficiente. I quadri o i manifesti appesi alle pareti, così come i soprammobili che messaggio ti trasmettono? Ti ispirano, ti incoraggiano? Ma ricorda che sei pesantemente influenzato anche dal disordine mentale: tutte quelle cose iniziate e non portate a termine; tutte quelle cose che non funzionano o che si sono guastate stanno schiacciando la tua vita. A questo proposito, ti sarebbe davvero utile approfondire il tema del “minimalismo” (torneremo sull’argomento). Come ha ben detto Darren Hardy, imprenditore e leader nel settore della realizzazione personale: «Ogni cosa incompleta della tua vita esercita su di te una forza sfibrante e ti prosciuga le energie da dedicare a traguardi e successi, come un vampiro che ti succhia il sangue»

Il corpo

Il nostro corpo non è semplicemente uno strumento passivo che la nostra psiche (o cervello o spirito, se preferite) utilizza per i propri scopi. Si tratta di due entità, in realtà, inscindibili. L’uno influenza l’altra. Senza bisogno di essere degli scienziati, tutti noi abbiamo sperimentato quanto il modo in cui ci sentiamo fisicamente influenzi il nostro umore, la nostra voglia di fare, il nostro atteggiamento verso gli altri. Magari siamo considerati e ci consideriamo noi stessi dei pigri, quando in realtà ciò è solo la conseguenza di un corpo perennemente privo di certi nutrienti a causa di cattive abitudini alimentari. L’antica saggezza ci ricorda che “una passeggiata di primo mattino è una benedizione per tutta la giornata”. Ci stiamo attivamente prendendo cura del nostro corpo (movimento, alimentazione, riposo, ecc.)? 


Immagine in evidenza: foto di Gerd Altmann da Pixabay 

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Sergio Zicari

Sergio Zicari

Autore di numerosi libri sulla comunicazione e il marketing delle aziende, del terzo settore e delle libere professioni. Per molti anni è stato manager, formatore, consulente per imprese profit e non profit. È Responsabile della Comunicazione del Gruppo Comunità Etica e Caporedattore di CambiaMenti.

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